Nel contesto attuale delle pensioni in aumento, numerosi pensionati italiani si trovano a confrontarsi con un problema cruciale.
Recenti simulazioni effettuate da esperti del settore confermano che, nonostante gli adeguamenti e gli incrementi previsti dalla normativa vigente, l’effetto netto percepito dai pensionati risulta significativamente ridimensionato a causa delle imposte applicate.
Negli ultimi anni, il governo italiano ha introdotto diverse misure per sostenere il potere d’acquisto dei pensionati, tra cui l’adeguamento automatico degli assegni all’inflazione e l’incremento delle pensioni minime. Tuttavia, l’aumento degli importi pensionistici è accompagnato da una complessità crescente nel sistema fiscale. L’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, insieme alle addizionali regionali e comunali, contribuisce a ridurre in maniera significativa la disponibilità economica effettiva dei pensionati.
Le simulazioni più recenti, basate su dati aggiornati al 2025, mostrano che per pensioni di importo medio-alto, l’aumento lordo può essere quasi interamente assorbito dalla tassazione. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle fasce di reddito in cui si applicano scaglioni Irpef più elevati, ma non risparmia nemmeno i pensionati con assegni più contenuti, a causa delle addizionali locali.
Dettagli delle simulazioni e scenari fiscali
Le analisi condotte da istituti di ricerca economica e previdenziale evidenziano che, ad esempio, per un pensionato con una pensione lorda annua di circa 25.000 euro, l’incremento stimato di 500 euro annui rischia di essere ridotto a meno della metà una volta calcolate tutte le imposte dovute. Questo risultato è legato anche all’assenza di detrazioni fiscali sufficienti a compensare l’aumento del reddito imponibile.
Allo stesso tempo, le simulazioni sottolineano come la situazione cambi significativamente in base alla regione di residenza, dato che le addizionali regionali e comunali variano sensibilmente da un territorio all’altro. Pensionati residenti in regioni con aliquote più elevate riscontrano un impatto fiscale più pesante, mentre in alcune aree meno tassate l’effetto erosivo sugli aumenti pensionistici è meno marcato.

Proposte e riflessioni sul sistema pensionistico (www.100news.it)
A fronte di questi dati, diversi esperti suggeriscono la necessità di rivedere il sistema fiscale applicato alle pensioni, per evitare che gli aumenti previsti per legge si trasformino in un mero adeguamento nominale, senza un reale miglioramento del potere d’acquisto dei pensionati. Tra le proposte emergono l’introduzione di maggiori detrazioni specifiche per i redditi pensionistici e la revisione delle addizionali locali, con l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale sulle fasce più vulnerabili.
Inoltre, si evidenzia come la complessità normativa e la variabilità territoriale creino una situazione di disparità tra pensionati, con differenze significative nell’effettivo beneficio degli aumenti pensionistici. Questo scenario rende indispensabile un intervento coordinato tra governo centrale e amministrazioni locali per garantire una maggiore equità.
Infine, il confronto con altri paesi europei mostra come l’Italia si collochi ancora in una posizione critica rispetto all’efficacia delle politiche fiscali sulle pensioni, sottolineando l’urgenza di un approccio più coerente e sostenibile nel medio termine.
Incrementi pensionistici e impatto fiscale (www.100news.it) 





